Tentano estorsione a imprenditori edili nel Vibonese: i nomi dei due arrestati

Carabinierinuova5settembreTentata estorsione continuata aggravata dal metodo mafioso in danno di due imprenditori edili vibonesi. Sono due gli arrestati nell'ambito dell'operazione denominata "Ambasciata", coordinata dal sostituto procuratore della Dda di Catanzaro Antonio Mancuso : Vincenzo Puntoriero, 65 anni, commerciante di Vibo Valentia, ed Emilio Pisano, 50enne, di Gerocarne (VV), quest'ultimo cognato del boss di Arena Antonio Gallace.

--banner--

L'operazione, eseguita dal Nucleo operativo dell'Arma di Serra San Bruno, è scattata dopo la denuncia presentata ai carabinieri di Arena dai due fratelli titolari della ditta che, nel febbraio 2018, riferirono di essere stati avvicinati, in diverse circostanze, da Puntoriero Pisano, i quali gli avrebbero chiesto la cifra di 2 mila euro ( corrispondente al 5% del valore dell'appalto), riferendo di essere stati inviati da "amici di Vibo". Gli imprenditori, nel febbraio 2018, stavano eseguendo un lavoro per ripristino delle condutture fognarie nel capoluogo.

Le indagini che hanno portato all'operazione di stamani, denominata "'Mbasciata", sono iniziate a febbraio del 2018, quando due fratelli, imprenditori edili di Arena, hanno denunciato un tentativo di estorsione posto in essere in piu' occasioni tra Vibo Valentia e Arena.

I due imprenditori, in particolare, hanno riferito ai carabinieri che mentre stavano eseguendo un lavoro per il ripristino delle condutture fognarie a Vibo Valentia, ottenuto mediante affidamento diretto, sono stati avvicinati in almeno tre circostanze dai due arrestati che hanno chiesto il pagamento di duemila euro, pari a circa il 5% dell'importo complessivo dell'appalto. Le minacce si sarebbero concretizzate sia in maniera implicita che in maniera esplicita al fine di poter continuare ad eseguire l'appalto senza "fastidi", trattandosi di "forestieri" che, proprio per aver sconfinato dal proprio comune, devono elargire una percentuale sul valore del lavoro alla cosca egemone di Vibo Valentia. Di fatto, gli espliciti riferimenti agli "amici di Vibo" hanno consentito agli inquirenti di collegare i vari episodi estorsivi, dopo aver prima identificato gli autori materiali del reato. Pisano e' cognato del boss di Arena Antonio Gallace, condannato all'ergastolo per l'omicidio di Giuseppe Russo, e condannato in via definitiva nel processo "Luce nei Boschi" contro i clan delle Preserre. Nel corso della conferenza stampa il capitano Marco Di Caprio, comandante della Compagnia di Serra San Bruno, ha rilevato l'importanza della collaborazione delle vittime che ha consentito di avviare l'indagine e di avere un quadro chiaro dei comportamenti degli indagati. 

"Gli arrestati, dopo aver chiesto duemila euro, avevano avvertito i titolari dell'impresa - ha spiegato nel corso della conferenza stampa il comandante dei carabinieri di Serra San Bruno, capitano Marco Di Caprio - che senza pagare avrebbero avuto problemi e dispetti sul cantiere, compromettendo cosi' la loro fama di impresa affidabile e capace di portare a termine le opere". I due imprenditori si sono, pero', fidati del maresciallo della Stazione di Arena, Valerio Oriti, che ha raccolto le prime denunce contro Emilio Pisano che risiede a Gerocarne.
e vittime hanno denunciato i fatti, consegnando ai militari dell'Arma anche le registrazioni delle minacce ricevute per costringerli a pagare l'estorsione sui lavori alla conduttura fognaria di Vibo che stavano eseguendo in via Terravecchia Inferiore. L'inchiesta si e', quindi, allargata, coinvolgendo i militari dell'Arma della Compagnia di Serra San Bruno e la Dda di Catanzaro che aveva chiesto altri tre arresti respinti pero' dal gip. Si tratta di Domenico Franzone, 62 anni, Filippo Catania, 68 anni, Carmelo D'Andrea, 61 anni, tutti pregiudicati che hanno scontato condanne definitive per associazione mafiosa nell'operazione "Nuova Alba" contro il clan Lo Bianco di Vibo e sono da poco usciti dal carcere. Nei loro confronti, il gip distrettuale non ha ravvisato la gravita' indiziaria per l'arresto. "Gli arrestati, dopo aver chiesto duemila euro, avevano avvertito i titolari dell'impresa - ha spiegato nel corso della conferenza stampa il comandante dei carabinieri di Serra San Bruno, capitano Marco Di Caprio - che senza pagare avrebbero avuto problemi e dispetti sul cantiere, compromettendo cosi' la loro fama di impresa affidabile e capace di portare a termine le opere". I due imprenditori si sono, pero', fidati del maresciallo della Stazione di Arena, Valerio Oriti, che ha raccolto le prime denunce contro Emilio Pisano che risiede a Gerocarne.

Le vittime hanno denunciato i fatti, consegnando ai militari dell'Arma anche le registrazioni delle minacce ricevute per costringerli a pagare l'estorsione sui lavori alla conduttura fognaria di Vibo che stavano eseguendo in via Terravecchia Inferiore. L'inchiesta si e', quindi, allargata, coinvolgendo i militari dell'Arma della Compagnia di Serra San Bruno e la Dda di Catanzaro che aveva chiesto altri tre arresti respinti pero' dal gip. Si tratta di Domenico Franzone, 62 anni, Filippo Catania, 68 anni, Carmelo D'Andrea, 61 anni, tutti pregiudicati che hanno scontato condanne definitive per associazione mafiosa nell'operazione "Nuova Alba" contro il clan Lo Bianco di Vibo e sono da poco usciti dal carcere. Nei loro confronti, il gip distrettuale non ha ravvisato la gravita' indiziaria per l'arresto.