Gabri e Giulio: storia di un’amicizia oltre il confine della diversità

amiciziabambini500di Lavinia Romeo - Gabriele è un bimbo autistico di 5 anni che frequenta l'ultimo anno di scuola materna a Reggio Calabria. A raccontare la sua storia, semplice, ed allo stesso tempo straordinaria, sono i genitori, una giovane coppia gioiosa e combattiva, che segue senza sosta l'articolato percorso di crescita del figlio.

Per riuscire a comprendere la dimensione autistica bisogna, innanzitutto, spostarsi in un altro mondo. In una realtà diversa, dove sul linguaggio verbale predomina una comunicazione fatta attraverso i sensi. "Una socialità diversa" la definiscono gli scienziati, dove a parlare sono i suoni, gli odori, il tatto, e soprattutto le immagini. Una condizione che non deve essere pensata come un deficit, ma come una variabile, che però compromette gravemente l'interazione sociale dei soggetti portatori, spesso a disagio ed isolati in una società improntata su strutture comunicative diverse.

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Il rapporto simbiotico che Gabriele instaura con Giulio, un bimbo neurotipico suo compagno di classe, ha, per questo, qualcosa di straordinario: "La loro amicizia – raccontano i genitori- ci ha sorpresi moltissimo, perché Gabri, pur essendo un bambino molto affettuoso, non riesce a comunicare spontaneamente con gli altri (se non per richiedere qualcosa), né tantomeno riesce a proporre un gioco o un'attività tale da poter instaurare un legame".

In alcuni momenti della giornata, in una stanza diversa dalla classe, dove il bambino (che per inserirsi nelle attività didattiche ha bisogno di evitare i forti rumori) si esercita insieme alla maestra di sostegno, Gabriele è sempre accompagnato dal suo fidato compagno: "Giulio preferisce stare con Gabriele e la sua maestra, piuttosto che con gli altri bambini- dicono ancora i genitori- ed involontariamente, con la sua presenza, aiuta Gabriele a generalizzare nel contesto sociale quanto appreso ogni giorno con le varie terapie".

E' la storia di un'amicizia spontanea, costruita su piccole cose, nata con qualche sguardo e con pochi gesti, ma che ha dentro di se una forza prorompente, capace di superare il confine della diversità e scardinare la "fortezza" dell'autismo. Ed a compiere questo gesto non è un adulto, ma un bimbo di 4 anni, capace di calarsi in un'altra dimensione e creare una connessione, senza chiusure né pregiudizi.

"Finalmente una bella storia sull'autismo che non racconta di bullismo o di esclusione verso il più debole, ma di vicinanza e ricchezza nella diversità" – conclude il padre di Gabri – ed il suo tenero racconto rievoca la fiaba del grande scrittore cileno Luis Sepúlveda "Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare". Bellissima novella sull'amicizia, sulla lealtà e sulla comprensione di chi è diverso da noi.