Reggio, la denuncia di Crea (ANCADIC): “Continua senza sosta l’importante scarico fognario sulla spiaggia in zona della Capannina”

"Passano i decenni, passano le Giunte comunali, provinciali e regionali e gli scarichi fognari a cielo aperto senza alcun tipo di depurazione nel territorio reggino e provincia sono sempre lì che aspettano una degna collocazione.

E' difficile comprendere come si voglia tutelare la salute dei cittadini, specialmente in questo particolare momento di pandemia in cui non sono mancate indicazioni e prescrizioni per contenere l'emergenza epidemiologica da virus COVID-19, quando si tollera che i bagnanti continuano a immergersi nelle acque del mare inquinate da scarichi fognari a cielo aperto non depurati e non si adottino provvedimenti a tutela delle attività commerciali e di ristorazione che insistono a pochi metri i cui avventori continuano a respirare le pestilenziali esalazioni fognarie. E' il paradosso, anche in considerazione che gli scienziati non escludono la correlazione tra Covid-19 e inquinamento, (correlazione ecologica) e seppure non ci sono prove scientifiche affermano che vi è la certezza che in questa situazione l'ambiente conta tantissimo.

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Tra i numerosi scarichi fognari a cielo aperto senza alcun tipo di depurazione segnalati dalla scrivente associazione richiamiamo fortemente l'attenzione sulla fogna ricadente nella zona Omeca/Capannina di Reggio Calabria, ove una fiumara di liquami fognari senza alcun tipo di depurazione dopo aver percorso pochi metri di spiaggia giungono nelle acque del mare.

La zona della Capannina è una delle zone più belle di Reggio Calabria e popolate da bagnanti e da pescatori. Vi è un significativo numero di attività commerciali e di ristorazione, la stazione ferroviaria e le officine Omeca. Oltre alla fogna la zona è fortemente degrada per la presenza di discariche a cielo aperto.

Per quanto riguarda la problematica in trattazione ci aspettiamo che il Comune e la Città Metropolitana di Reggio Calabria accelerino l' intervento risolutivo a tutela dell'ambiente e quindi della salute pubblica".

Lo si legge in una nota di Vincenzo Crea, Referente unico dell'ANCADIC e Responsabile del Comitato spontaneo "Torrente Oliveto"