Il massmediologo Klaus Davi ha presentato un esposto contro lo spot 'Milano non si ferma' presso il Giurì di Autodisciplina Pubblicitaria. Il giornalista, titolare di un'impresa di comunicazione e impegnato in prima linea contro la 'Ndrangheta (ha vinto il Premio Borsellino 2019), ha denunciato lo spot «perché ha favorito un comportamento pericoloso e al limite della legalità, fornendo un'immagine fasulla della nostra città e spingendo le persone a commettere atti rischiosi le cui conseguenze si sono viste nei giorni successivi. Sono un liberale - continua Davi - non avrei mai voluto fare un passo simile nei riguardi di professionisti. Ma i dati drammatici lasciati trapelare da Atttilio Fontana e la cecità di qualche nostro rappresentante mi ha spinto a questa azione. Mi auguro che il Giurì condanni questa pubblicità irresponsabile e suicida. I ricchi milanesi e soprattutto i loro viziatissimi figli andavano solo redarguiti per il loro comportamento puerile, le bevute, il consumo di cocaina ai Navigli (pratica nella quale i milanesi eccellono a livello europeo, adeguatamente riforniti dalla 'Ndrangheta che qui controlla interi territori) e il menefreghismo verso le regole», ha concluso il massmediologo.
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