Reggio, il movimento “La Strada”: “Sì all’unità del centrosinistra, ma non agitare lo spettro delle destre e di Salvini”

"È tempo di appelli all'unità nell'area di centrosinistra. Rispondiamo con piacere a tutti, in particolare a quello di Demetrio Delfino sia per la stima che per il rispetto del ruolo che ricopre all'interno del Consiglio Comunale. Occorre prima di tutto che noi rinnoviamo la memoria sull'appello all'unità condiviso da noi molti mesi fa ormai, già a luglio, quando abbiamo risposto positivamente all'invito ad una fase di confronto critico con ipotesi di primarie fatto da Nino Mallamaci. Da lì in poi abbiamo ufficialmente e ripetutamente invitato tutte le forze politiche e quelle civiche a lavorare insieme, a mettere in gioco i percorsi di ogni sigla per un percorso comune. Ritenevamo responsabile avviare e concludere questa fase prima delle regionali, prima cioè che si scatenasse quella fase un po' feudale del transito di candidati e di pesi elettorali. Abbiamo incassato il silenzio più totale da parte delle realtà civiche, non interessandoci i tatticismi e gli incontri ufficiosi, e la chiusura completa da parte dell'attuale governo cittadino che ha preferito la sintesi (con o senza apostrofo cambia poco) alla necessaria analisi per cui avremmo avuto tutto il tempo. Ora non è più quel tempo, quegli strumenti sono ormai inutilizzabili. Ci interessava -e non ne abbiamo mai fatto mistero- un percorso ampio, ecologista, progressista che proponesse una vera svolta per la città, con una squadra competente e che fosse una casa aperta a tutti. Crediamo di averlo realizzato comunque, col contributo di centinaia di persone e mesi di assemblee pubbliche e molto partecipate, tante e diverse anime della città. Solo dopo il più completo silenzio degli altri attori, come già detto, abbiamo dato a questo ampio percorso un volto, un collante di un percorso molto lungo: Saverio Pazzano, figura di spessore sulla quale non è necessario dilungarsi e che ben sintetizza sensibilità differenti anche se affini.

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Adesso, non ci nascondiamo, invitiamo partiti e movimenti dell'attuale centrosinistra cittadino a guardare con lungimiranza a questo. A chiunque vada nelle strade, si sottragga alle segreterie di partito e alle logiche di palazzo, appare evidente e inconfutabile che la stagione a guida Giuseppe Falcomatà è finita. È una constatazione politica. Centinaia di articoli, di contributi critici autorevoli, di esperienze e testimonianze di cittadini ne spiegano analiticamente le ragioni. Non è il caso di ripeterle qui. Qualunque unità elettorale dovesse nascere attorno alla figura dell'attuale Sindaco è destinata a fallire. Significherebbe condurre la città che guarda a centrosinistra verso la sconfitta solo per non rompere equilibri già precarissimi. Ma forse lo sapete già.

Noi lo abbiamo detto in tempi non sospetti, e non ancora elettorali: occorreva che l'attuale centrosinistra alla guida della città aprisse una fase critica. Da quello che possiamo leggere ci pare invece che perfino le interpartitiche siano strumenti eccezionali e concessi a discrezione. La città ne avrebbe avuto bisogno, e assai.

È tempo di dire coraggiosamente che occorre costruire da un'altra parte. È l'unica chance di vittoria. Comunque vada, vi chiediamo, per onestà intellettuale, di non agitare lo spettro delle Destre e di Salvini come richiamo all'unità. Che il Sindaco Falcomatà perda non dipende da questo, ma dagli esiti di cinque anni a Palazzo San Giorgio. Berlusconi ha vinto con la paura dei comunisti, Salvini con la paura degli immigrati. Non pensate di vincere (o di perdere di poco) con la paura delle Destre e di Salvini! A sinistra si vince col coraggio! E, una volta vinto, con la capacità di governo.

Allora: unità va benissimo. Siamo qui, pronti a incontrarci. O saremo ovunque ci sia la possibilità di incontrarci senza più la retorica del male minore. Abbiamo un progetto, un programma, una squadra, candidati al Consiglio Comunale e un candidato a Sindaco e li mettiamo al servizio di una costruzione nuova e diversa. Forse non è tardi, forse non ancora. Coraggio!". Lo afferma il Movimento "La Strada".