Comunali Reggio Calabria, ai blocchi di partenza / 4 – Incertezza nel centrodestra, la Destra “estrema” va per conto suo (e tenta il “colpaccio”)

collagepezzomario13lugdi Mario Meliadò - A 8-9 mesi da un voto per le Comunali che dovrebbe tenersi nella "finestra" compresa tra il marzo e il maggio del 2020 (per le Regionali, dicono i soliti beneinformati, si voterà il 9 o il 16 febbraio: niente election day, dunque, nell'ipotesi più comunemente accreditata).

Qual è lo stato delle candidature – formalizzate o ipotizzate – in campo?

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CENTRODESTRA. Prendiamo spunto dall'ultimo sondaggio di Youtrend per l'agenzia di stampa Agi: su scala nazionale, Fratelli d'Italia "sorpassa" Forza Italia, 7% contro 6,9 per cento. Le dinamiche locali e ricollegabili alle Amministrative sono totalmente diverse, epperò il primo elemento di riflessione rimane questo: che direzione prenderà la coalizione di centrodestra?

Come si può leggere nelle dichiarazioni rilasciate al Dispaccio.it dallo stesso commissario regionale, il deputato Cristian Invernizzi, a una manciata di mesi dagli appuntamenti con le prossime Comunali gli stessi vertici dei partiti interessati sono "costretti" a tattiche dilatorie, quasi attendiste. Ma semplicemente perché al "ritorno alle ostilità" neanche si sa se continuerà a esserci un Governo, o comunque se continuerà a esserci questo Governo, non senza aggiungere che – appunto – qualsiasi "partita" non ha assolutamente senso, se considerata in modo del tutto avulso dalle altre in gioco nello stesso periodo.

Dal comizio dell'ex ministro e leader nazionale di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, con una piazza Duomo strapiena, ai notevolissimi consensi alle ultime Europee Fdi tenta d'assumere un ruolo-guida nell'àmbito della coalizione. Quanto ai suffragi, i numeri per farcela sembrano essere: vanno però chiarite diverse cose.

Intanto, appunto, i confini della coalizione, riflettendo bene sull'euroalleanza elettorale stipulata con Direzione Italia: solo tattica? E il "tradimento" della Lega, che a Roma ha preferito allearsi col Movimento Cinquestelle pur di formare l'esecutivo Conte, è realmente archiviato?

La seconda questione è che appunto già dal momento del comizio di Giorgia Meloni è venuta fuori la possibilità che per un'eventuale candidatura a sindaco Fdi possa puntare indifferentemente sul consigliere regionale di lungo corso Sandro Nicolò (già assessore comunale e provinciale, in passato) o sul consigliere comunale Massimo Ripepi, in realtà a Palazzo San Giorgio considerato l'unico baluardo dell'opposizione "offensivista". Anche la recentissima conferenza stampa con entrambi gli esponenti del partito della Meloni non ha sciolto i nodi: in caso lo schieramento di centrodestra potesse convergere su un candidato di Fdi, però, l'identikit dell'effettivo candidato sindaco è tutt'altro che indifferente. Se Nicolò viene da lunghissimi anni in Forza Italia (dopo esordi repubblicani), Ripepi ha contribuito a fondare Pace (il Patto cristiano esteso), raccogliendo l'eredità di Gilberto Perri; il primo ha un approccio politico molto pacato e argomentativo, sempre pronto al dialogo dove possano esistere punti di convergenza ai fini della risoluzione dei problemi, il secondo è noto per l'irruenza e le frequenti espressioni anche verbali "di rottura".

Chiaro è che una stessa forza politica non può esprimere candidati apicali "a qualsiasi cosa": in teoria, dunque, Forza Italia (al di là del calo di consensi, fatto non d'ultim'ora) dovrebbe essere fuori dai giochi.

Ma non è detto.

In una logica non cencelliana ma di accordo "largo", potrebbe esserci l'ex presidente della Crpo (la Commissione regionale Pari opportunità) e già consigliere comunale Giovanna Cusumano su cui puntare: vero è pure che, in atto, difficilmente il partito di Silvio Berlusconi potrebbe prendere una qualsiasi decisione senza l'avallo del "rampantissimo" deputato reggino Francesco Cannizzaro. Ugualmente molto difficile ritenere tuttora in campo l'ipotesi della cugina Giuseppina Princi, la dirigente del Liceo scientifico "Leonardo da Vinci", che peraltro personalmente aveva confutato ogni proprio interesse diretto a guidare il Comune. E sempre tra le risorse azzurre figura un ex candidato sindaco di Reggio Calabria (ex sindaco di San Procopio ed ex assessore provinciale alla Cultura), il consigliere metropolitano Eduardo Lamberti-Castronuovo, con Cannizzaro particolarmente in sintonia.

L'impressione però è un'altra: specie alla luce del pressing rinnovatore di Mara Carfagna e del Governatore ligure Giovanni Toti (da sempre l'ex direttore di Tg4 e Studio Aperto è strenuo sostenitore delle Primarie), con indici di litigiosità "stellari" su scala nazionale, Forza Italia sembra proprio pronta per sciogliersi e poi rinascere su altre basi.

Quanto ai centristi, da considerare sostanzialmente fallito l'esperimento della "quarta gamba moderata" del centrodestra per come s'era visto nel pre-Europee. Non solo il rassemblement di Noi con l'Italia alle Politiche non è riuscito a superare un inadeguato 1% di consenso: soprattutto, il progetto non è mai attecchito nel cuore dei suoi protagonisti, figurarsi nel cuore degli elettori.

In questo senso, esistono precise responsabilità "collettive" dell'area centrista meno tradizionale: realtà come Ncd (Nuovo centrodestra) che anche localmente apparivano granitiche, progetti apparentemente brillanti e innovativi come Scelta civica (il partito fondato dall'ex commissario Ue Mario Monti dopo la sua esperienza da premier "tecnico") Idea (per esteso Identità e azione / Popolo e libertà, il contenitore "liberal" fondato dall'ex ministro ncd e costituzionalista Gaetano Quagliariello, comunque rieletto a Palazzo Madama nel 2018 nel collegio uninominale dell'Aquila), "furbate" da crocicchi del Transatlantico come Gal (il gruppo "trasversale" Grandi autonomie e libertà attivato al Senato) si son tutti squagliati come neve al sole.

In questo senso, è più facile accreditare l' "usato sicuro" degli ex-Dc più coerenti: nel Catanzarese diremmo Mario Tassone e il suo Nuovo Cdu, per Reggio Calabria le potenzialità vanno in direzione dell'Udc, che ha in Paola Lemma la responsabile metropolitana e una potenziale "carta da giocare". Senza dimenticare che, per quanto di Sant'Eufemia d'Aspromonte, da un anno ha formalizzato il proprio ingresso nell'Unione di centro l'ex deputato forzista Luigi Fedele (sempre a proposito di dirigenti d'esperienza).

Ma già abbiamo parlato di Direzione Italia: e non si può proprio ignorare il partito dell'ex ministro Fitto. Un soggetto politico che peraltro – oltre a diversi consiglieri regionali – tra le sue fila vanta uno che il sindaco, per quanto "facente funzioni", l'ha già fatto: Peppe Raffa (che dopo fu anche presidente della Provincia, sempre per il centrodestra). Fu una stagione divisiva, quella, e con tensioni legalitarie importantissime: una rilettura in chiave-"disgelo" sarebbe pur sempre possibile, al netto di tutte le cose (tante) che nel frattempo sono radicalmente cambiate.

Evidentemente, esistono anche altri soggetti politici nella probabile coalizione "larga". Tra questi, occorrerà comunque decifrare scelte e posizionamento di Pri (cinque anni fa al fianco di Giuseppe Falcomatà) e Movimento nazionale per la sovranità: il "blocco" scopellitiano – "orfano" dell'ex assessore ai Lavori pubblici Franco Germanò, confluito in Fdi – vede commissario metropolitano Ernesto Siclari e ha sempre visto di buon occhio la cooptazione di Giuseppe Bombino, docente universitario (Agraria) alla "Mediterranea" ed ex presidente dell'Ente Parco nazionale d'Aspromonte. Non si può escludere a priori un posizionamento indipendente di questa forza politica, che potrebbe risultare utile soprattutto "a contarsi".

Più in generale, vista la distanza pressoché certa tra giorno della Regionali e giorno in cui si voterà per le Comunali di Reggio Calabria, il centrodestra potrebbe anche trascorrere parecchio tempo ancòra "a bagnomaria", magari finendo per scegliere il candidato sindaco tra i consiglieri regionali eletti nella circoscrizione elettorale reggina, opzione che finirebbe per dispiegare un "effetto moltiplicatore" interessante, liberando un posto a Palazzo Campanella e massimizzando il coinvolgimento di partiti e "correnti" varie nella campagna elettorale per il Comune.

DESTRA RADICALE. Naturalmente, resta in campo l'impegno di Enzo Vacalebre con Alleanza Calabrese: già nell'aprile del 2018, con lo slogan "Prima i reggini" Vacalebre aveva annunciato per "primo assoluto" la propria volontà d'impegnarsi direttamente – peraltro preceduta dall'estrosa campagna "Adotta una buca", con pali e segnalatori d'ogni tipo e forma all'interno delle crepe più vistose nel tessuto stradale dei vari quartieri – come candidato alla sindacatura. L'intenzione di Vacalebre non è mai venuta meno: «Vi giuro che fin quando avrò un filo di voce difenderò la mia città, la mia provincia, la mia Calabria e il mio Sud – ha scritto solo pochi giorni fa sui social media, prima di andare in aula tra i testi del processo per il "caso Miramare", che per il rito ordinario è stato poi aggiornato all'ottobre prossimo –. Non sono una vergine scalza come altri. Metto in ballo la mia dignità». L'idea che alletta Enzo Vacalebre, da sempre «fascista» convinto e particolarmente critico nei confronti del centrodestra, dei suoi comportamenti e protagonisti, è dunque «di riunire tutte le Destre».

Il ritorno del Movimento sociale-Fiamma tricolore e il rinnovato impegno, su questo fronte, di Peppe Minnella potrebbero portare a un nuovo "smarcamento" da ipotesi preconfezionate e "calate dall'alto", ove si materializzassero in questo modo almeno.

Proprio Minnella & C. erano stati tra i più critici in occasione delle Comunali 2014, ben poco convinti anche per fattori squisitamente generazionali della scelta ricaduta, al tempo, sull'ex presidente della Camera di commercio reggina Lucio Dattola. Difficile dire adesso, anche perché in passato non sono mancate difficoltà anche solo nella formazione di una lista; ma in caso questo spezzone della Destra radicale tentasse un'avventura indipendente, potrebbe essere appunto Peppe Minnella il vessillo di quest'impegno.

Ma certo, sia per la Fiamma – che negli anni lo ha sempre coinvolto volentieri nelle proprie iniziative politiche – sia per altre soggettività politiche d'estrema Destra, il "sogno" sarebbe un altro: riuscire a convincere a scendere, anzi a "tornare" in campo una delle icone della Destra calabrese, l'ex senatore Renato Meduri, 82 anni il 4 aprile scorso. Operazione complicata: ma è vero pure che, ove riuscisse, per il centrodestra "canonico" sarebbe molto ma molto più complicato andare in giro a chieder voti per un aspirante alla fascia tricolore differente.