La giornalista Cristiana Cella, attivista del Cisda, a Reggio Calabria

La giornalista, attivista del CISDA, Cristiana Cella per la prima volta a Reggio Calabria, ospite di Città del Sole edizioni, Ordine degli Avvocati e Circolo culturale Anassilaos.

"Sto preparando un documentario sulle giovani avvocate che a Kabul difendono le donne vittime di violenza e ho scritto, l'anno scorso, questo saggio-romanzo, Sotto un cielo di stoffa, avvocate a Kabul (2017, 296 pagine, 16€) edito da Città del Sole, una casa editrice indipendente e militante; verrò a presentarlo a Reggio Calabria per la prima volta il prossimo 21 giugno presso SPAZIO OPEN, (n.d.r. via Filippini 23) nonostante il libro sia stato oggetto di moltissimi incontri e dibattiti in giro per l'Italia. Ambientato negli anni '80 in Afghanistan, sulla base della mia esperienza, è un romanzo di avventure della mente e del corpo. Protagoniste due donne e una bambina, che intrecciano i loro accidentati cammini, sui percorsi di guerra, loro e altrui. Mi piace che la scrittura delle donne rifletta il mondo esterno e quello interno insieme, non preoccupandosi di tediose e inutili distinzioni. Sono nata a Milano, dove ho vissuto le esperienze del cosiddetto '68 e del femminismo, che non ho mai smesso di portarmi dietro. Ho lavorato a l'Unità, scrivo oggi per altri quotidiani di Afghanistan, Iran, donne e Islam, rivoluzioni arabe, cercando sempre le testimonianze delle donne e ho iniziato a occuparmi di progetti".

--banner--

"Qualche anno fa, ho incontrato il Cisda (Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane) un'associazione di donne, malate d'Afghanistan come me; sostiene le organizzazioni di donne afghane da 13 anni, organizzando progetti concreti e diffondendo la voce delle donne che combattono ogni giorno per vivere e per conquistare i loro diritti. Con loro sono tornata in Afghanistan e faccio ormai parte della rete di solidarietà e affetto che ci lega alle donne di quel Paese. Ci andai con un'amica, come giornalista, la prima volta nel 1980, durante l'intervento sovietico. Entrai in contatto con la resistenza, vivendo con i mujaheddin laici, che combattevano russi e fondamentalisti, sulle montagne afghane, condividendo guerra, marce bestiali, amicizia e stenti quotidiani, in un mondo di soli uomini. Ho avuto la fortuna di conoscere persone straordinarie, nel loro coraggio, nel rispetto, nella cocciutaggine, nella grandiosità dei loro sogni e nei loro eccessi infantili.
In occasione della mia venuta a Reggio avrò modo di raccontare anche con il supporto di immagini e filmati questa mia ormai ventennale esperienza".