In occasione del cinquantennale dai moti di Reggio Calabria Rubbettino rilancia in libreria "A schema libero" dei Lou Palanca

50 anni fa, il 14 luglio 1970, un corteo di appena sei cittadini muove dal quartiere Santa Caterina verso il centro di Reggio Calabria. È l'avvio, la prima scintilla di quelli che saranno conosciuti come i "moti di Reggio", la più lunga rivolta urbana dalla fine della seconda guerra mondiale, che tennero l'Italia col fiato sospeso dal luglio 1970 febbraio 1971.

Come in un avvincente docufiction, quei drammatici giorni sono narrati nel romanzo del collettivo "a geometria variabile" Lou Palanca «A schema libero» che Rubbettino rilancia in libreria, a distanza di qualche anno dall'uscita, proprio in occasione del cinquantenne dalla rivolta.

«A schema libero» non è però solo un racconto che ha sullo sfondo i fatti di cinquant'anni fa, ma rappresenta anche una formidabile inchiesta su quello che quelle vicende hanno rappresentato e rappresentano per la storia repubblicana del nostro Paese.

«Come abbiamo raccontato nel nostro romanzo – hanno dichiarato i Lou Palanca – i moti di Reggio costituiscono anche il crogiolo nel quale si è temprato un accordo tra 'ndrangheta, neofascismo, pezzi di politica e apparati dello Stato, che sottotraccia ha attraversato l'ultimo mezzo secolo di storia italiana. Gli intrecci di potere tra le cosche e settori della massoneria, le cassette registrate dai boss che custodivano la latitanza di Franco Freda, i covi condivisi dai terroristi neri e dai sicari mafiosi, le sentenze di condanna di deputati della Repubblica per concorso in associazione mafiosa sono una parte degli elementi documentali sui quali abbiamo basato il racconto. Ad essi abbiamo legato la costruzione e la risoluzione di un cruciverba, da cui il titolo del libro, affidando ad una giovane giornalista il compito di protagonista della parte più "fiction" del nostro primo noir»

Dunque non solo una storia calabrese e non solo una storia di cui è bene fare memoria. Continuano i Lou Palanca:

«Raccontiamo storie che partono o passano dalla Calabria ma volgono lo sguardo a temi che trascendono i confini della regione. Lo facciamo normalmente traendo spunto dalla realtà storica, come nel caso di "A schema libero", romanzo con il quale abbiamo voluto raccontare di Reggio Calabria, della sua bellezza struggente e delle sue contraddizioni dilanianti, e di una vicenda lunga cinquant'anni, con le ombre che dalla stagione dei boiachimolla si proiettano fino ai giorni attuali».

Il libro

A partire dai fatti della più lunga rivolta urbana d'Europa, quella che infiammò Reggio Calabria tra il 1970 e il 1971, A schema libero ripercorre le trame oscure che hanno innervato la storia d'Italia nell'ultimo mezzo secolo. Dopo la strana morte - avvenuta in anni recenti - di una dirigente del Comune di Reggio Calabria, prendono avvio il gioco della memoria di un ex uomo dei Servizi e l'inchiesta di una giovane giornalista. Emerge così, sotto una nuova luce, il contesto della rivolta che sancì l'alleanza fra neofascismo, massoneria, 'ndrangheta, apparati di sicurezza deviati e uomini politici. Ma quando ogni tassello sembra aver trovato l'esatta collocazione, e il grande enigma risolto, le ombre del passato tornano ad allungarsi sul presente in un incalzare di pericolose scoperte, omicidi, fughe, torbidi intrecci e registrazioni scottanti. Alle due voci protagoniste si aggiunge infine quella dolente e disincantata del professor Dattilo, appassionato di storia locale, cui spetta il compito di tirare le somme. Un romanzo illuminante, potente, amaro, che compone nello stesso quadro la controstoria di Reggio, della Calabria e dell'Italia intera.