Cara Greta...

thunbergdi Simone Carullo - Cara Greta,

mi chiamo Simone e ti scrivo da Reggio Calabria, una piccola città del derelitto Sud d'Italia. Ci tengo a scriverti, e spero che in qualche modo queste parole giungano fino a te, per due motivi fondamentali: chiederti perdono e ringraziarti.

Ti chiedo perdono a nome mio e della mia generazione, che è quella degli anni '80, una generazione che avrebbe dovuto fare prima di te, e per te, quello che tu stai facendo per noi! Noi non abbiamo avuto la capacità di farlo e per questo abbiamo perso (tempo, stima, tutto), tu - invece - hai già vinto!

Per questo e, al contempo, per un senso di dovere morale, vorrei ringraziarti personalmente, poiché quel che tu stai facendo per noi lo stai facendo anche per le mie figlie, che sono molto più piccole di te, per le figlie delle mie figlie e via discorrendo...

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Tutto ciò significa, insomma, che la tua meravigliosa battaglia la conduci soprattutto per persone che non conosci o che ancora neppure esistono; e non c'è niente di più generoso, formidabile e puro che lottare per gli altri, per il prossimo, per i più deboli. In questo caso i più deboli sono gli infanti e quelli che verranno, coloro i quali non potranno scegliersi il mondo in cui vivere, proprio come non ci si può scegliere il continente o le regione, e che rischiano pertanto di trovare un mondo devastato (già lo è in larga parte), tossico, malsano, consumato, inospitale; esattamente come i nostri fratelli africani trovano e hanno trovato un Continente depredato, spartito, poverissimo ed esplosivo.!

Per quanto mi riguarda, ho iniziato ad avvertire come stringente il tema del Riscaldamento Globale e di ciò che ne consegue, e che ne conseguirà, dopo aver visto il documentario del premio Nobel per la Pace (che spero ti riconosceranno) Al Gore, e da allora ho iniziato a scrivere articoli sul tema per sensibilizzare un po' la gente che mi sta intorno. Diversamente da te, se mi è andata bene, ho cambiato una sola coscienza, la mia!

Come sicuramente saprai, Al Gore, nel 2000, è stato sconfitto alle elezioni politiche degli Stati Uniti d'America da George W. Bush. Per il nostro Pianeta e per l'ecologismo mondiale quell'elezione rappresenta una sorta di nefasta "sliding doors".

Questo succedeva, appunto, vent'anni fa. Ma già prima di allora, quando avevo più o meno la tua età, in classe come in televisione si parlava spesso di "effetto serra" e di inquinamento, si parlava di ambientalismo e di specie animali e vegetali in via di estinzione. Faceva male pensare che tutti quegli esseri viventi erano destinati a sparire per la nostra noncuranza o per la nostra avidità, ed ancora adesso mi commuove e mi devasta vedere le immagini degli orsi polari – animali maestosi – arrancare ed affannarsi, rachitici e disperati, alla ricerca di ciò che noi abbiamo distrutto. E le tartarughe marine, e gli uccelli acquatici, ed i pesci degli oceani, imprigionati nella nostra schifossissima spazzatura. Si potrebbe pensare che siano le frasi di un sentimentalista, invece sono le fotografie nude e crude del nostro mondo stuprato, divelto, perennemente in conflitto: l'uomo contro l'uomo, l'uomo contro la Natura... Scoprimmo, allora, la tragedia degli allevamenti intensivi e sentivamo come una vera minaccia il disboscamento della foresta amazzonica così come di quella del Borneo. Ti domanderai dove sia finita, in tutto questo tempo, quella consapevolezza che stavamo maturando? Ebbene, l'abbiamo dimenticata, seppellita sotto un mare di plastica, gettata in pasto agli inceneritori, nelle discariche, per strada, nell'indifferenz(iat)a, tradita, ripudiata, pensando (o sperando) che prima o poi qualcuno c'avrebbe pur pensato a salvare il Pianeta. E quel qualcuno, cara Greta, finalmente è arrivato: sei tu!

E noi non possiamo far altro che dirti grazie, col cuore in mano e la gioia nel cuore: Grazie!

Grazie perché tu hai il coraggio che noi non abbiamo avuto, grazie perché hai l'entusiasmo che noi abbiamo smarrito, grazie perché hai l'orgoglio e la determinazione che noi abbiamo sempre sognato. Grazie perché hai l'implacabile spontaneità dei ragazzini, la dolce ingenuità di chi ha tutta la vita davanti, l'ardore di chi non conosce la paura e non teme il fallimento. Grazie per la tua rivoluzione, per la tua passione, grazie perché metti tutte queste cose al servizio di una missione immensamente più grande di te e, nondimeno, non te ne preoccupi!

Grazie - infine - perché con la tua battaglia hai ricordato a tutti noi il "Principio di Responsabilità" teorizzato dal filosofo Hans Jonas: "Agisci in modo che le conseguenzedella tua azione siano compatibili con la sopravvivenza di un'autentica vita umana sulla terra".

Tutto questo ti fa onore, e ti fa onore per tantissimi motivi, il primo dei quali sta nel fatto che vivi nel Regno di Svezia, probabilmente la nazione più "verde" d'Europa, e di "Terra dei fuochi", navi inabissate, traffici di scorie, rifiuti speciali interrati, scuole costruite con materiale tossico, di costanti emergenze rifiuti, smog, di polveri dell'Ilva e di amianto ..., non ne sai niente.

Cara Greta, vorrei chiudere dicendoti che probabilmente qualcuno, volendoti sminuire o marginalizzare, dirà che sei "solo" una goccia nel mare. A questo qualcuno io risponderei che sì, Greta Thunberg è una goccia nel mare, ma la goccia più limpida e pura di un mare infetto e torbido (che noi tutti abbiamo contribuito a render tale)!

La Storia e la Terra sono dalla tua parte, adesso resta da vedere da che parte della Storia intendano stare i potenti del mondo ...

Ps. Ti chiedo scusa, rigorosamente senza alcun titolo, anche a nome di tutti gli italiani, poiché non tutti siamo Rita Pavone!

 

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