Luca Palamara, Klaus Davi e la strumentalizzazione di San Luca: “Vi farete odiare come Boschi e Minniti”

palamaraesultadi Claudio Cordova - Uno scambio di messaggi lungo nel tempo, di cui, dalle acquisizioni della Procura di Perugia emerge solo l'epilogo. Più volte, il massmediologo e consigliere comunale di San Luca, Klaus Davi, ha interloquito con il magistrato Luca Palamara, oggi indagato per corruzione, ma in quel periodo uomo forte del Csm.

E lo ha fatto, quasi sempre, per difendere il borgo preaspromontano noto come "mamma" della 'ndrangheta, da clichè e strumentalizzazioni.

L'ultimo scambio è del maggio 2019, in preparazione della "Partita del cuore", che si sarebbe svolta alcune settimane dopo. Klaus Davi usa toni perentori nei confronti del membro del Consiglio Superiore della Magistratura: "Te lo dico in tutta serenità come consigliere comunale neo eletto di San Luca se farete il solito codazzo di auto blu e scorte sarà controproducente e il territorio non ne ricaverà nulla ...vi farete solo odiare come accaduto con Boschi, Minniti ecc.". Il massmediologo, dunque, ammonisce Palamara dal rischio di svolgere una parata in un luogo che – e Davi ha imparato a conoscerlo bene – ha invece bisogno di riacquisire la fiducia nelle Istituzioni. In quell'occasione Palamara è, almeno formalmente, d'accordo con Davi: "Non ho auto blu e dobbiamo evitare codazzo, deve essere festa della popolazione".

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Ma il pregresso delle conversazioni dice altro.

Quello del maggio 2019, infatti, non è uno sfogo estemporaneo di Klaus Davi, ma un intervento coerente agli scambi degli scorsi anni, quando Davi, nonostante l'impegno per San Luca, venne invitato, ma senza possibilità di intervenire: "Mi chiese di far intervenire Giletti – in quel periodo io ero ospite stabile di 'Non è l'Arena' - ma Giletti non andò". Oggi il massmediologo ricorda quello scambio di messaggi: "Ero arrabbiato, sia nel 2019, ma anche due anni prima, perché mi sono reso conto che la Calabria per loro era l'ultimo dei problemi. Che l'obiettivo vero era promuovere attraverso questa operazione la Boschi e mettere in una luce positiva la politica. Tutto assolutamente legittimo, ma non era quello che serviva a San Luca ."

In quell'occasione, Klaus Davi ha davanti agli occhi la fotografia del fatto che quella su San Luca potesse essere l'ennesima trovata pubblicitaria, l'ennesima passerella, sfruttando il "brand" del centro calabrese. Già anni addietro, il massmediologo scriveva duramente a Palamara, parlando di "codazzo" a San Luca. "Due anni prima quando ci fu la famosa 'Partita del cuore', che comunque ebbe il merito di consegnare a San Luca un meraviglioso campo da calcio, Luca Palamara mi chiamò. Ci teneva, diceva, che presenziassi. Io ero convinto che mi sarebbe stato consentito di intervenire, avendo più di un titolo per farlo, visto che per quelle terre mi sono impegnato non poco in questi anni, come lui stesso riconosceva . Ma Palamara mi fece capire che mi sbagliavo. In sostanza, non gliene fregava granché del contributo di Klaus Davi, e in quella logica di marketing politico infatti io non servivo.. Ricordo che chiamai anche il Prefetto di allora, Michele Di Bari, il quale mi disse :"decide la Boschi chi interviene". Allora alzai le mani, e naturalmente non andai.

Messaggi non agli atti, ma che abbiamo avuto modo di ricostruire nel racconto fattoci da Klaus Davi:

Insomma, il messaggio del maggio 2019 si inserisce in un lungo filone, in cui il massmediologo che ha sposato la causa di San Luca prova a difendere i diritti di quei luoghi e della Calabria in generale: "Mentre voi fate la vostra passerella e le partitone muore la Calabria" scrive ancora Klaus Davi inviando una notizia sulla crisi dei portuali a Gioia Tauro. Ripercorrendo insieme al massmediologo i due anni di conversazioni non inserite agli atti, si apprende come Palamara venisse aggiornato sulle dinamiche e le problematiche relative a San Luca, mentre il magistrato parlava di Giletti, che lo ha recentemente intervistato, concedendogli la possibilità di difendersi televisivamente dall'inchiesta della Procura di Perugia e dallo scandalo interno al Consiglio Superiore della Magistratura.

"Ci tengo comunque a dire, ribadisce Davi al Dispaccio, che con Luca il rapporto fu sempre buono nonostante le critiche che gli rivolgevo con molta franchezza come si evince dalle chat. Le sue iniziative avrebbero potuto aiutare molto queste terre soprattutto se avessero avuto un minimo di continuità, ma la pomposità provinciale con cui si svolgevano mi ripugnava. Lo dissi a lui come a Michele Di Bari, che era il prefetto, e all'allora questore Raffaele Grassi che forse in cuor loro erano d'accordo con me".

 

5 - Continua