“Facciamoci i cazzi nostri, che poi quando escono ci portano rancore”

fudapietro600di Claudio Cordova - Non risulta che Rosario Vladimir Condarcuri avesse un contratto di consulente della comunicazione con il Comune di Siderno. Né, men che meno, che lo stesso facesse parte dell'ufficio stampa del Comune di Siderno. Eppure le conversazioni, i confronti (anche su tematiche riservate, come abbiamo visto negli scorsi giorni) con l'allora sindaco, l'ex senatore Pietro Fuda, erano costanti.

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Forse troppo, per un giornale "indipendente" e non istituzionale.

Fuda è attualmente accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, essendo ritenuto vicino alla potente cosca Commisso, che a Siderno controlla quasi tutto.

Fuda e Condarcuri, spesso e volentieri, concordavano le uscite pubbliche e la linea del giornale edito da Condarcuri, "La Riviera", anche con riferimento a come trattare i temi in cui di mezzo vi era la criminalità organizzata.

Un'emblematica circostanza a dimostrazione del comportamento di Pietro Fuda, che non voleva far nulla per far mutare lo stato delle cose a Siderno sarebbe mesa in risalto nel corso di un dialogo telefonico avvenuto in data 28 settembre 2015, attraverso la propria utenza telefonica con Rosario Vladmir Condarcuri, editore del giornale settimanale "La Riviera".

In tale circostanza - che avveniva nel pomeriggio dello giorno dell'esecuzione del Decreto di

Fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica — Direzione Distrettuale

Antimafia di Reggio Calabria nell'ambito dell'operazione "Acero Krupy Connection" in cui venivano coinvolti, tra gli altri, diversi soggetti di spicco della cosca Commisso di Siderno - l'editore Condarcuri chiedeva al Sindaco se era d'accordo affinché da parte dell'Amministrazione Comunale venisse diffuso un comunicato di plauso nei confronti della Magistratura per l'esito dell'indagine in questione.

Senza mezze parole, Pietro Fuda non dà il suo consenso all'idea, invitando Condarcuri a non prendere tali iniziative ed affermando che un comunicato sugli arresti eseguiti su ordine della Magistratura avrebbe certamente innescato "rancore" da parte della 'ndrangheta di Siderno verso di loro o, meglio, principalmente nei suoi confronti: "Ma fatti i cazzi! facciamoci i cazzi nostri Rosari. Quando escono e se escono, se escono o se restano dentro, ammesso che escono la metà, poi quella metà ci portano rancore che non sono cosa eccetera, quindi, lasciamo, aspettiamo e vediamo che cosa succede".

Tale conversazione è riportata dagli inquirenti nell'ambito delle indagini a carico di Fuda per dimostrare l'atteggiamento dell'allora sindaco nei confronti della cosca Commisso. Affermazioni di questo genere da parte del Sindaco di un Comune - nella qualità di rappresentante della propria comunità - il quale non intendeva assumere alcuna posizione su un tema così importante per la società civile qual è la lotta alla 'ndrangheta (cosa che avrebbe potuto fare senza necessariamente entrare nel merito delle singole responsabilità penali).

Per gli investigatori, tale comportamento "genera un enorme disorientamento nella parte sana cittadinanza e, al contempo, determina un rafforzamento delle organizzazioni criminali che si alimentano proprio di silenzi e complicità provenienti dai rappresentanti dei pubblici poteri, il cui operato dovrebbe essere sempre improntato a combattere ogni forma e livello di illegalità".

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