Le due donne della Sovrintendenza che si opposero alle mire della masso-‘ndrangheta sul lido Comunale di Reggio Calabria

reggiocalabrialidocomunale500di Claudio Cordova - Margherita Eichberg e Giuseppina Vitetta. Due donne nel "mirino" della cricca di Paolo Romeo, che aveva messo gli occhi (e tentata di mettere le mani) sui lavori che avrebbero interessato il Lido Comunale di Reggio Calabria. Le due donne, rispettivamente Soprintendente per i beni architettonici e paesaggistici e funzionaria dello stesso Ente hanno deposto nelle scorse settimane nel processo "Gotha" che vede alla sbarra la masso-'ndrangheta reggina. Rispondendo alle domande del pm antimafia Stefano Musolino, Eichberg e Vitetta hanno raccontato delle "pressioni" che avrebbero subito dall'architetto Marcello Cammera, per anni dirigente del Settore Lavori Pubblici del Comune di Reggio Calabria e considerato l'uomo di Romeo all'interno di Palazzo San Giorgio.

L'ufficio di Eichberg e Vitetta è venne chiamato per valutare il progetto preliminare del Lido prima che fosse bandito: "Noi abbiamo per quanto riguarda il lavoro di riqualificazione urbana dell'arena del Lido Comunale concordato la riqualificazione ed il restauro conservativo dell'area e dei manufatti esistenti, prevedendo che le demolizioni eventuali dovranno essere limitate alle superfetazioni o ad elementi dequalificanti del complesso balneare. Quindi abbiamo precisato in maniera piuttosto chiara quali dovessero essere le modifiche possibili e con questo in perfetto accordo con la Provincia di Reggio Calabria, che è il soggetto delegato in Calabria della tutela paesaggistica" racconta Eichberg.

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In sede di aggiudicazione è accaduto che invece la ditta che poi è stata individuata quale contraente aveva presentato un progetto che andava in direzione opposta a quella a suo tempo indicata dal tavolo tecnico. Questo il verbale redatto e sottoscritto anche dallo stesso Cammera, rappresentante del Comune negli anni della commissione prefettizia, intervenuta dopo lo scioglimento del Consiglio Comunale per contiguità con la 'ndrangheta: "In occasione dell'esame del progetto preliminare nell'ambito del tavolo tecnico del 26/10/2012, gli enti convenuti hanno concordato che il successivo livello di progettazione, esprimendo una dimensione urbana destinata ad incidere in un contesto integrato nel sistema storicamente stratificato degli spazi pubblici della città, avrebbe dovuto attenersi alle seguenti prescrizioni, peraltro recepite nel disciplinare tecnico di gara: si concorda la riqualificazione e il restauro conservativo dell'area e dei manufatti esistenti, prevedendo che le eventuali demolizioni dovranno essere limitate alle superfetazioni o ad elementi dequalificanti del complesso balneare. Si concorda altresì il mantenimento della continuità paesaggistica e architettonica con la struttura esistente, con la rotonda Nervi, che diventa elemento qualificante dell'intera area con l'arena Lido e il complesso balneare".

La ditta che poi si aggiudicò i lavori, aveva presentato un progetto che, in sostanza, demoliva quasi per intero le cabine: in pieno contrasto alle prescrizioni della Sovrintendenza, che tutti gli altri concorrenti non avevano avuto dubbi nell'interpretarle. Cammera, quindi, cerca e ottiene un contatto con la Eichberg, per perorare il progetto: "L'ho ricevuto a Roma informalmente e ho visto questo progetto, era un progetto che demoliva diciamo per intero le cabine". Un'idea portata avanti a gara in corso, come segnala la Vitetta. Insomma, qualsiasi mossa la Sovrintendenza avesse fatto, sarebbe stato un atto di favoreggiamento di un'impresa più che di altre, in quanto questo progetto era l'unico che prevedeva la demolizione praticamente totale delle 700 cabine del Lido.

Dal racconto dell'arhitetto Vitetta: "Poi è stata convocata la conferenza dei servizi a ottobre del 2013 per l'esame del progetto che era stato ritenuto aggiudicatario della gara, dell'appalto. E quindi in quell'occasione io presi visione del progetto e ho istruito il parere, un parere contrario che poi è stato... Aveva ritenuto primo classificato nella... aveva, prevedeva la demolizione integrale della parte delle cabine, lasciando in piedi solo la Torre Nervi e la sostituzione delle cabine con cabine prefabbricate, disposte in senso ortogonale alla... in file ortogonali alla linea di costa. Questo progetto, quindi, disattendeva quella prescrizione in quanto prevedeva demolizione delle cabine, invece noi chiedevamo fossero mantenute. E quindi diciamo alterava le relazioni percettive di quello spazio, che noi volevamo non fossero alterate più di tanto e quindi abbiamo espresso un parere contrario".

Tra le tante "donne di Sistema" di cui è popolata Reggio Calabria, Eichberg e Vitetta, invece, tengono la barra diritta e resistono alle pressioni di Cammera, evidentemente imbeccato da Romeo, come emergerebbe dalle conversazioni intercettate dalla Dda.

Perciò, anche in seguito all'aggiudicazione dell'appalto, la Soprintendenza si rifiutava di dare parere favorevole all'esecuzione dell'opera, scatenando la reazione di Cammera che vedeva evaporare il suo disegno criminale e si adoperava per superare l'ostacolo, trovando l'immediato sostegno non solo di Paolo Romeo, ma di tutto il suo blocco relazionale, attraverso il quale l'associazione segreta da lui capeggiata operava. Importanti le deposizioni di Eichberg e Vitetta perché così la Dda potrebbe mettere in collegamento con quanto captato dalle intercettazioni telefoniche e ambientali, dove emergerebbe così che tramite il Circolo Posidonia e l'IGEA Onlus (e, quindi, tramite la sua persona e quella [OMISSIS PER DIRITTO ALL'OBLIO], un membro dell'associazione segreta), Romeo fosse invitato da Cammera a partecipare alla conferenza di servizi volta a mettere alle strette la Soprintendenza ed organizzasse una raffinata manovra mediatica, unitamente ad altre associazioni da lui influenzabili, volta a fare apparire quell'ente come un ostacolo al migliore sviluppo di quell'area. Sono state registrate riunioni partecipate in cui Romeo veniva interpellato direttamente: "...Paolo, operativamente, noi come ci muoviamo..."; con Romeo che dettava la linea, fatta di sofisticate strategie che non escludevano interrogazioni parlamentari ed esposti alla Procura della Repubblica, per evitare il rischio che qualcuno potesse paventare la possibilità che tali manovre fossero funzionali (per come in effetti erano) ad occultare la turbativa d'asta che aveva orientato l'appalto a favore del Consorzio AGP.

L'avvocato mette in campo tutti i suoi contatti. Chiama, per esempio, Carlo Colella, presidente del Circolo Velico, per informarsi se fosse anch'egli partecipe alla conferenza dei servizi del giorno dopo "Senti, domani mattina, alle undici....a San Marco, a scuola San Marco là...c'è una conferenza di servizi indetta dal Comune ..sulla questione del Lido Comunale... Vieni domani tu alle undici?. Nella circostanza, l'avv. Romeo manifesta un palese interesse volto ad assicurare un rilevante contributo di sponsorizzazione al progetto vincitore dell'appalto, dallo stesso ritenuto meritevole di apprezzamento per le finalità progettistiche in esso contenute "Eh, perché c'è pure [OMISSIS PER DIRITTO ALL'OBLIO], ci sono io.... insomma... perché, obiettivamente, è un progetto che merita questo qua, guarda... a parte il fatto....io l'ho visto, me lo ha fatto vedere Pino...eh... diciamo si porta....lo si porta alla sua fruibilità, ma domani....". L'interlocutore condivide in pieno gli interessi e gli obiettivi espressi dall'avvocato Romeo, per cui si dice disponibile a partecipare "Va bene d'accordo... Certo, perfetto...perfetto... va bene, io domani alle undici sono lì. Va bene?" Romeo si prodiga fine di orientare diverse associazioni culturali e marittime, rappresentate da personaggi a lui fedeli, ad esprimere parere favorevole per la realizzazione del progetto redatto dall'ing. Arena, proponendo all'uopo linee strategiche da perseguire contro i portatori di interessi opposti. Dalla consultazione dell'allegato verbale della Conferenza dei Servizi del 17 Gennaio 2014, presieduta dall'architetto Cammera, si rilevano lautamente gli interventi espressi da Paolo Romeo e da [OMISSIS PER DIRITTO ALL'OBLIO], in qualità di delegati rispettivamente dell'Associazione del Circolo Posidonia e dell'Associazione IGEA; in particolare, il primo dichiara di "apprezzare le scelte del progetto aggiudicatario dell'appalto augurandosi che vengna realizzato, rammentando altresì che, all'epoca, per la realizzazione delle attuali cabine lato sud, a causa del fatto che queste rappresentassero una barriera visiva, furono sospesi i lavori per le polemiche che vi furono in città, ritenendo di contro che quelle cabine in atto non consentono la piena fruizione alla cittadinanza dei valori paesaggistici dei luoghi", esprimendo in ultimo parere favorevole alla realizzazione del progetto. Anche [OMISSIS PER DIRITTO ALL'OBLIO] parere favorevole all' attuazione del progetto dell'ingegnere Giuseppe Arena.

Scatta, quindi, la "guerra" alla Sovrintendenza: "C'erano associazioni che hanno addirittura scritto al Ministero, noi siamo stati... a noi è pervenuta una segnalazione attraverso, insomma, il Gabinetto del Ministro, ora non mi ricordo, o attraverso la Direzione Generale, una segnalazione che era pervenuta dall'associazione, ora non mi ricordo, dalla Lega Navale, dal Rotary pure, che erano cofirmatarie di una sorta di denuncia che era indirizzata al Ministro, con l'invito a verificare il nostro operato perché ci stavamo opponendo ad un'operazione che dal punto di vista paesaggistico, secondo il loro modo di vedere, era un'operazione che, in sostanza, non favoriva appunto la riqualificazione paesaggistica. Secondo queste associazioni era opportuno demolire questa barriera visiva perché non ne capivano la dimensione culturale, insita nel progetto di Nervi che non voleva creare una barriera visiva, ma al contrario creare una passeggiata in quota, sta proprio scritto nella relazione di Nervi del '61, una promenade la chiama alla francese, da cui appunto i frequentatori del Lido avrebbero potuto avere una vista ancora più ravvicinata dello Stretto. In sostanza, anticipava quello che poi è stato fatto con il diciamo Lungomare Falcomatà, che ha ricoperto l'intubata e quindi ha, di fatto, guadagnato qualche metro sulla costa e che, secondo l'idea di Nervi, doveva prendere corpo già all'inizio degli anni '60 con questa promenade in quota. In effetti, abbiamo avuto modo di verificare che anche un seminario progettuale dell'Università Mediterranea utilizzava i tetti delle cabine, così com'era stato previsto da Nervi, per una promenade in quota, collegandola con una passerella con il Lungomare Falcomatà".

E così parte (anche) la campagna mediatica contro la Sovrintendenza: "La Soprintendenza era stata indicata quale soggetto che impediva lo sviluppo della città e quindi l'apertura dei cantieri, diciamo il lavoro, toglieva il lavoro alle imprese, eccetera – racconta la Eichberg – mentre in sede di riunione si arriverà anche a paventare che l'architetto Prosperetti gradiva un altro progetto di un altro concorrente".

Metodi della masso-'ndrangheta: non più la minaccia esplicita o l'aggressione "muscolare", ma l'isolamento e la delegittimazione nei confronti di chi si discosta dal "Sistema". Tutto per perseguire il medesimo scopo di controllo del territorio.