Lunedì 21 ottobre alle 11,30 nella sala stampa dell'Università della Calabria il dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra di concerto con la sede regionale dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia promuovono un incontro con il geologo Riccardo De Ritis.
Il ricercatore della sezione Roma 2 dell'INGV è il fautore della recente scoperta del complesso vulcanico a largo della costa tirrenica calabrese.
Il seminario, dal titolo "Il complesso Diamante-Enotrio-Ovidio: vulcanismo pleistocenico lungo il margine settentrionale dell'Offshore calabro", rientra nell'attività di approfondimento didattico proposta dal dipartimento diretto dal professore Cesare Indiveri.
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Rosanna De Rosa, docente di Vulcanologia, ha a tal proposito affermato: "Il Dibest, e in particolar modo il nostro corso di laurea in Scienze Geologiche, attraverso un approccio multidisciplinare, pone il discorso sulla sostenibilità del territorio, delle sue risorse naturali, della biodiversità e del patrimonio storico-artistico e paesaggistico al centro della propria offerta formativa e di ricerca. Il continuo aggiornamento su tematiche quali quelle studiate dal vulcanologo De Ritis sono sicuramente sprone per i nostri studenti e docenti".
All'incontro porgeranno il loro saluto il rettore Gino Mirocle Crisci e il sindaco di Rende Marcello Manna.
"Siamo lieti -ha dichiarato il responsabile della sede regionale Ingv Piero Del Gaudio- di collaborare con l'ente che ci ospita ormai da sei anni. Il nostro campo d'indagine, che vede nella ricerca e nella divulgazione i suoi assi portanti, necessita di confronto costante e lavoro in sinergia con gli altri istituti di ricerca. Il radicamento sul territorio, inoltre, si è rafforzato grazie alla collaborazione con il comune di Rende con il quale abbiamo intrapreso percorsi volti all'approfondimento delle tematiche legate al rischio sismico e alla diffusione della cultura della prevenzione".
Il ricercatore dell'Ingv di Roma 2 illustrerà a studenti e docenti i risultati della ricerca che l'ha visto impegnato nella campagna di indagini sul Tirreno calabrese e che, in termini di progressi scientifici, comporta l'ipotesi di relazione fra i complessi vulcanici e i fenomeni idrotermali dell'area territoriale di Guardia Piemontese, oltre ad implicare una potenziale fonte energetica di cui già diversi paesi fanno ampio uso.