Catanzaro, un protocollo di ricerca del "Pugliese-Ciaccio" all'Asco di Chicago

Ogni anno a fine maggio l'American Society of Clinical Oncology (ASCO), la più prestigiosa società scientifica in ambito oncologico, organizza a Chicago il congresso internazionale più importante, accogliendo migliaia di ricercatori da tutto il mondo e selezionando i lavori scientifici più rilevanti e di potenziale impatto sulla pratica clinica. Quest'anno l'ASCO ha accettato per pubblicazione un protocollo di ricerca che coinvolge il Dipartimento Oncoematologico e il Dipartimento delle Neuroscienze dell'Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro.

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Il protocollo, disegnato dal Dott. Guido Carillio, dirigente oncologo, e dal Dott. Luigi Santaguida, ingegnere biomedico, prevede la somministrazione di un farmaco immunoterapico all'interno delle lesioni tumorali encefaliche, sia di tumori primitivi, che insorgono nel cervello (es. glioblastomi), sia in casi selezionati di metastasi da altri tumori. L'iniezione intracerebrale del farmaco avviene con l'ausilio di apparecchiature di ultima generazione, quali il neuronavigatore e il tracciante a base di fluoresceina, che consentono di individuare e centrare con precisione la massa tumorale. In alcuni casi, quando fattibile, il tumore viene asportato radicalmente e nel letto chirurgico viene iniettato il farmaco immunoterapico. Questo approccio, assolutamente innovativo, potrebbe offrire vantaggi rispetto alla tradizionale infusione endovenosa dell'immunoterapia, in quanto permette di ottenere concentrazioni intralesionali maggiori e supera l'ostacolo della barriera ematoencefalica, che limiterebbe la quantità di farmaco che raggiunge il cervello. Lo studio ad aggi ha arruolato 27 pazienti e non sono state registrate tossicità di rilievo correlabili all'iniezione del farmaco immunoterapico. Da una prima analisi sui pazienti arruolati, oltre a notare un potenziale allungamento della sopravvivenza e una buona qualità di vita, sembra riscontrare la presenza nella zona dell'iniezione di un ricco infiltrato linfocitario, che contrasta la crescita tumorale e costituisce la base del meccanismo d'azione della moderna immunoterapia. Si attendono a breve i dati di efficacia a lungo termine, per definire le possibili future applicazioni terapeutiche di questa strategia.