Reggina: se a mollare è l'uomo del presidente...

iiriticondemidi Paolo Ficara - Tu quoque? Il foglio di dimissioni ce lo si poteva (o doveva) attendere da altri soggetti, ma non di certo dall'uomo del presidente. Dopo soli tre mesi. Vincenzo Iiriti si è sbattuto a 360 gradi, tra istanze fallimentari da tacitare, squadra da tenere a rapporto, locali da adibire a sede e a negozio. Non crediamo possa essere stato lo stress, a far recedere un 37enne sanguigno. Anzi, sembrava si stesse pure divertendo.

Per ammissione di entrambi, proprio Iiriti ha dirottato le attenzioni calcistiche di Gallo su Reggio Calabria. Lui gli ha trovato il contatto con la precedente proprietà. Suo l'intervento in Corte d'Appello, utile a riprendersi quattro punti in classifica. Certo, ci sono stati anche gli errori. Evidenti. Due su tutti: un rinnovo ed un esonero, scelte sulle quali ha inciso. Ma se dovessimo prendere in considerazione solo la sfera Reggina, nell'analizzare le dimissioni dell'ormai ex dg, allora almeno in tre dovrebbero seguirne il buon esempio dopo i disastri tecnici, e non solo, dell'ultimo trimestre.

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Ma è il distacco dalla M&G, paradossalmente, a far preoccupare di più. "Le dimissioni sono motivate da esigenze prettamente personali ed escludono qualsiasi tipo di contrasto con il presidente Luca Gallo", recita il comunicato diffuso in merito all'addio di Iiriti alla Reggina. Excusatio non petita? Non ci inoltriamo minimamente nel fornire versioni che potrebbero risultare fuorvianti o di parte. Rimane un fatto: dopo 5 anni di servizio presso l'azienda romana, un 37enne rinuncia ad una retribuzione fissa (supponiamo anche lauta) per rimanere disoccupato.

Tornando alla Reggina. Due erano gli uomini di Gallo in organigramma: Iiriti e Calafiore. Aggiungiamo le nomine di Conti e Bandiera in segreteria: figure professionali unanimemente riconosciute come validissime a Reggio, ma fino a dicembre 2018 ignote all'imprenditore romano. Poi ci sono i soggetti ereditati dalla vecchia gestione, alcuni dei quali peraltro premiati con un rinnovo, una promozione o una riorganizzazione del lavoro. Nella Reggina, ad oggi, ci sono più uomini messi da Praticò che da Gallo. E non ci sembra che abbiano prodotto grossi risultati, avendone avuto ampia occasione: chi negli ultimi quattro anni consecutivi, chi da giugno 2018 al momento attuale.

Normale che dal nome del prossimo direttore generale, capiremo se si tratterà di un amministrativo o di un'ulteriore figura tecnica. E ci faremo un'idea su chi ne uscirà ridimensionato. Dopo aver provato con Aquilani come calciatore e con Delio Rossi come allenatore, vedremo se anche stavolta si batterà la strada del nome roboante. Piuttosto che valutare gente che conosca la categoria, oppure qualche giovane rampante. Intanto va via colui che sembrava un uomo di totale fiducia, fatto scendere a Reggio anche per accogliere Andrea Abodi. Al di là delle impressioni, Vincenzo Iiriti è una persona umile e preparata, capace di scusarsi davanti agli errori. Il suo passo indietro non ci rasserena.