Fallimento Reggina Calcio: sequestrati beni a Lillo Foti

fotilillo 500Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Reggio Calabria hanno sequestrato beni per 3,1 milioni di euro, tra disponibilità liquide e immobili, riconducibili a Pasquale Foti e Giuseppe Ranieri, rispettivamente presidente del Consiglio d'Amministrazione ed amministratore di fatto ed amministratore unico pro-tempore della società Reggina Calcio, dichiarata fallita nel giugno 2016. Il provvedimento - disposto dal gip del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della locale Procura - è stato emesso al termine di un'attività investigativa condotta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della GdF di Reggio Calabria, Secondo gli inquirenti, Foti e Ranieri in concorso tra loro e con terzi sarebbero responsabili di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale; di omesso versamento di IVA; utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti; nonché di truffa aggravata ai danni dello Stato.

--banner--

Nel dettaglio, Foti e Ranieri avrebbero distratto ed occultato beni della Reggina Calcio appropriandosi nel periodo 2010/2015 di ritenute Irpef operate e non versate per 740.861 euro; trattenendo e non versando l'IVA nell'anno fiscale 2009 per 846.201 euro, nel 2010 per 443.558 euro, nel 2011 per 1,2 milioni di euro, nel 2012 per 2,1 milioni, nel 2013 per 1,8 milioni; nel anno per 573.068 euro; distraendo 580.000 euro contabilizzata come "prestito socio"; simulando il pagamento di operazioni inesistenti, con conseguente distrazione delle relative risorse sociali nel periodo 2006/2014, per 3,6 milioni di euro. Inoltre, secondo gli inquirenti per recare pregiudizio ai creditori e procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto, avrebbero falsificato libri e scritture contabili, tenendoli in maniera da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari, iscrivendo a bilancio, ad esempio, tra le altre condotte illecite contestate un credito verso il Comune per avvenute migliorie apportate allo Stadio Oreste Granillo per un importo di 2,9 milioni di euro, mentre si accertava che non solo quel credito era inesistente, in quanto la maggior parte dei lavori e degli impegni contrattuali assunti non erano stati rispettati, ma che, all'esito delle reali compensazioni tra le parti, era il Comune di Reggio Calabria a vantare un credito nei confronti della fallita; il valore del marchio, indicandolo, ancora nell'esercizio 2015/2016, in piena cessazione delle attività sportive, in 6,5 milioni di euro al lordo dell'ammortamento, a fronte di un valore effettivo, a quell'epoca, non superiore ad 75.000 euro. Infine gli amministratori sono accusati di aver procurato, con operazioni dolose, il fallimento della Reggina Calcio, procedendo al sistematico finanziamento dell'attività d'impresa attraverso il mancato pagamento dei debiti erariali. I militari della Guardia di Finanza hanno così sequestrato 69 immobili, tra terreni e fabbricati, nonché di partecipazioni societarie in quattro imprese, oltre alle disponibilità finanziarie di qualsiasi tipo ad essi riconducibili per complessivi euro 3.167.625,83 euro.