‘Ndrangheta, Scarpelli (Prc): “Criminalità organizzata blocca la Calabria, istituzioni reagiscono”

"La Calabria vive un momento particolarissimo, in cui alle ataviche problematiche della regione, rappresentate da un diffuso sistema di potere che si è alimentato e si alimenta di ¬¬corruzione e di clientele, si sommano le conseguenze dell'abbandono di molti giovani e di intere famiglie, che per lavoro si allontano verso i nord del mondo, ed il conseguente e progressivo spopolamento delle aree interne. Inoltre, a causa delle vergognose ed inumane politiche minnitiane e salviniane, ad aggravare questo quadro contribuisce sia la completa destrutturazione del sistema di accoglienza positivo degli Sprar – al cui interno si era concretizzata la insuperabile esperienza di Riace, ideata dal compagno Mimmo Lucano (trattato quasi peggio di un boss!) ed elogiata in tutto il mondo – che il conseguenziale aggravamento della già manifesta incapacità di gestire l'arrivo di uomini e donne migranti ghettizzati ed utilizzati in migliaia solo per subire l'iper-sfruttamento bracciantile. In tali condizioni, in cui la 'ndrangheta svolge un ruolo attivo nel sistema economico regionale, operando una pressione forte sulle comunità locali, sugli amministratori spesso collusi, sulle attività produttive e sui servizi basilari per i cittadini (con due delle tre grandi Asp commissariate per mafia), la vita stessa delle persone pare continuare a non aver più alcun valore, come dimostrano le uccisioni di veri servitori dello Stato e di tante vittime innocenti. Una linea tortuosa e perversa si dipana direttamente dagli omicidi degli indimenticati compagni Peppe Valarioti e Giannino Losardo per giungere a quelli del coraggioso giovane Matteo Vinci e del sindacalista Soumaila Sacko; linea che è costantemente tracciata con il linguaggio del predominio criminale, del possesso di soldi e terra, dello sfruttamento su donne ed uomini e del malaffare politico mafioso. Per di più, per quanto pubblicato in alcune inchieste di testate giornalistiche nazionali, emergono pesanti ombre in merito ad un presunto ruolo attivo svolto dalle organizzazioni criminali anche nelle elezioni politiche del 2018: una sicura conseguenza di posizioni trasformistiche di pezzi potenti di ceto politico disposti a tutto pur di difendere i propri privilegi ed affari".

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"Un quadro complessivo sconfortante, in cui emerge l'evidente volontà di non fare funzionare i servizi e la sanità pubblica per poter inserirsi, come avvenuto in modo lampante in ogni provincia, con lo sviluppo sistematico e scientifico delle più bieche pratiche clientelari ed affaristiche. In questo contesto, sul tracciato di quella linea tortuosa, possono rappresentare un potente detonatore due vicende: la scarcerazione del boss Franco Muto ed il suo ritorno, seppur agli arresti domiciliari, a Cetraro ed il processo che si apre il 17 settembre a Catanzaro contro i presunti responsabili della ferale uccisione del giovane Matteo Vinci di Limbadi, tutti appartenenti al cosiddetto clan Mancuso. Se ancora vi è un briciolo di dignità da parte di chi amministra le Istituzioni in questa regione, bisogna fermare questi detonatori: formalizzino la costituzione come parte civile, domani a Catanzaro, i Comuni di Limbadi e di Vibo Valentia, la Provincia di Vibo, la Regione Calabria e tutti i soggetti che possono avere titolo per farlo nel processo che vede i coniugi Vinci-Scarpulla sfidare coraggiosamente le cosche; si organizzi una rete di supporto, dai Comuni del tirreno cosentino alla Provincia di Cosenza ed alla Regione Calabria, per sostenere i tentativi coraggiosi del Sindaco di Cetraro di mettere in funzione il mercato Ittico con un gestione trasparente e col fine di togliere il predominio del settore alle stesse cosche e si inviti il Ministro della Giustizia a mettere in atto tutte le misure necessarie per impedire la ripresa del potere intimidatorio di chi, in passato, come sostenuto nella sua relazione dal magistrato-ispettore Granero, ha spadroneggiato, atteso che "i giudici che avrebbero dovuto perseguirlo, con i loro atteggiamenti hanno consentito... che nel circondario di Paola si consolidasse un potere mafioso che si struttura a mo' di vero e proprio contropotere dello Stato". Se arriveranno segnali di tale portata, forse la Calabria ed i calabresi inizieranno a trovare un primo appiglio per tentare di uscire dalla palude in cui sono stati costretti a vivere". E' quanto si legge in una nota di Pino Scarpelli, segretario regionale del Prc Calabria.