Regionali: nel Partito Democratico calabrese la guerra è anche a suon di mail (false)

pdtarga 500Tutto in poche ore, nel pomeriggio di ieri. Prima, intorno alle 17, la nota, inviata da un fantomatico indirizzo: "Il Partito Democratico non deve scomparire, Oliverio faccia un passo indietro". Inusuale, tanto nell'indirizzo, appunto, quanto nei contenuti: "L'interesse suscitato dalle recenti interviste rilasciate dall'ex presidente della Giunta Regionale Agazio Loiero, a parte alcune prevedibili stonature non del tutto disinteressate, potrebbe essere sintomatico dell'ancora viva speranza di ricreare un rinnovato entusiasmo nel popolo del centro sinistra calabrese! In verità le argomentazioni di Loiero, come sempre esternate con forbita eleganza e con alto tasso di onestà intellettuale, hanno disvelato una verità cocente su come in Calabria, nella massima istituzione e nella vita di partito, si proceda a passo lento, sul perché non si nota più un minimo di interesse per la vita di partito e, soprattutto, perché in tanti hanno lasciato ed altri pensano di lasciare il PD calabrese al suo ineluttabile destino! Analogo e più esteso interesse ha suscitato la sua riflessione sull'autonomia differenziata diffusa da un quotidiano nazionale, peraltro anticipata nel corso di un partecipato evento a Gasperina, al punto da spingere un nutrito gruppo di dirigenti democratici ad incontrarsi per discutere di strategie in vista delle scadenze elettorali (regionali e forse nazionali). Si è convenuto che se si vuole continuare a scrivere un pezzo di storia nella nostra regione, nelle nostre città e nei nostri territori, occorre che si assumano concretamente impegni per innalzare il livello culturale e morale di una rinnovata classe dirigente, in grado di far capire al popolo deluso del centro sinistra calabrese che è ancora possibile ipotizzare la costruzione di nuovi e credibili percorsi di proposte. Si è registrata una convergenza unanime sulla necessità di procedere in direzione della rottura del vecchio schematismo dell'attesa e dell'intoccabilità di santuari che invocano regole e metodi già abbondantemente dissacrati dal voto degli elettori! Come se la sfilza di risultati negativi, culminata con le ultime elezioni europee, fosse avulsa dalla percezione negativa che aleggia nell'immaginario collettivo calabrese sulla qualità dell'impegno profuso dallo stesso governatore regionale! Per i democratici il tempo dell'attesa è terminato, non serve più il lento procedere imposto dalle solite ritualità, la velocità con la quale gli eventi si caratterizzano non lascia spazi a ripensamenti o a discussioni interminabili! Urgono determinazione e convincimento per una svolta netta che ci ponga nella condizione di stare nella partita dell'imminente scadenza regionale per cui il primo passo indietro deve essere fatto da quanti dal PD hanno ricevuto tanto, forse molto di più dei meriti acquisiti". E la firma: Partito Democratico Calabria. Inusuale e sospetta, la mail, tanto che, con ottimo fiuto giornalistico, il giornalista del Dispaccio al lavoro al desk, decide di non pubblicare, avviando una serie di verifiche.

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Verifiche che vengono anticipate pochissime ore dopo, da una nuova mail, questa volta "conosciuta", che arriva dal commissario del Pd nella regione, Stefano Graziano: "Nessun documento a firma Pd Calabria" l'oggetto. Il documento, scarno, è molto chiaro: "In merito ad un documento firmato Pd Calabria pubblicato da alcune testate online ai precisa che: Le uniche comunicazioni del Pd Calabria avvengono attraverso il commissario Stefano Graziano. Nella giornata di oggi non è stata fatta nessuna dichiarazione e nessun documento e si precisa che le comunicazioni avvengono unicamente attraverso questo indirizzo mail. Resta ferma la posizione sulle prossime regionali e dunque per una candidatura che sia di rinnovamento".

E' proprio così, la campagna elettorale è già iniziata. E con essa i veleni. Anche interni.